Diffusione in Italia

Patrasca Anastasia

In Italia, la ginnastica femminile comincia a svilupparsi nella città di Torino. Già nel 1925 in questa città vengono rappresentati esercizi di corpo libero e con piccoli attrezzi (palle, funi, cerchi e piccole clavette di legno), ma solo nel 1948 la disciplina, ancora con fine puramente educativo, diventa di carattere competitivo. Il merito innovativo della ginnastica femminile in Italia va in particolare ad Andreina Sacco Gotta, insegnante di educazione fisica e diplomata in pianoforte al Conservatorio di Torino. La Gotta fu una figura estremamente eclettica, inserita pienamente nel mondo dello sport e della ginnastica.

I primi esercizi di Ritmica furono presentati alle Olimpiadi di Stoccolma nel 1912 e a quelle di Anversa nel 1920. Nel 1928, in occasione dei Giochi olimpici di Amsterdam, essa venne inclusa nel programma della ginnastica artistica. Benché la prima competizione si svolse in URSS nel 1948, questo sport rimase nell’ombra della ginnastica artistica fino al 1956. Il suo aspetto artistico lo rese molto popolare nell’Europa dell’Est e la federazione internazionale di ginnastica (F.I.G.) lo riconobbe come sport indipendente nel 1962. L’anno seguente furono organizzati i primi campionati del mondo, che si svolsero a Budapest.

Furono introdotti poi esercizi di gruppo eseguiti con attrezzi e furono determinati i tipi di attrezzi: fune, palla, cerchio, nastro, clavette, che dovevano rispettare una determinata composizione oltre a peso, lunghezza, diametro. Contemporaneamente al programma venivano anche perfezionate le norme di gara secondo un preciso codice dei punteggi, il quale definiva i tipi e le regole di esecuzione delle gare, le esigenze fondamentali della composizione e della maestria esecutiva delle ginnaste negli esercizi individuali e di gruppo.

Soltanto nel 1984 la Ginnastica Ritmica entrò a far parte del programma Olimpico di Los Angeles ma unicamente con la specialità individuale. La gara a squadre venne inserita solo nel 1996 in occasione delle Olimpiadi di Atlanta.

Fonte: Wikipedia